Colf e badanti, quasi sette su dieci non hanno la cittadinanza italiana
Rapporto Domina: il 21% dei domestici stranieri in Italia proviene dalla Romania e il 14,7% dall'Ucraina
Quasi il 70% dei lavoratori domestici in Italia non ha la cittadinanza italiana, il dato aumenta al 72,7% nel caso delle badanti. Si tratta di quasi 622 mila lavoratori, di cui il 50,2% si occupano di assistenza alle persone (badanti). Ma quali sono le nazionalità più propense al lavoro domestico? A scattare la fotografia del settore Domina (Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico) nel V Rapporto annuale sul lavoro. Dal confronto con la popolazione attività per nazionalità, emerge che il lavoro domestico è uno dei settori principali di impiego per i cittadini delle Filippine e della Moldavia.
Romania, Ucraina e Filippine: i tre principali paesi di origine
L'analisi dei paesi di origini dei lavoratori domestici evidenzia come nel 2022 il 46% dei lavoratori domestici “stranieri” provenga da tre nazioni; un quinto viene dalla Romania (131 mila), il secondo Paese più rappresentato è l'Ucraina, con 91 mila lavoratori, seguito dalle Filippine con 65 mila. Seguono gli altri paesi di provenienza; il 6% dei lavoratori domestici totali in Italia proviene dal Perù (37.333), mentre il 5,6% dalla Moldavia (35.113). Sotto le 7 mila unità paesi come la Bulgaria, Senegal, Russia o Nigeria.
Da dove vengono le badanti e le colf
La tipologia di lavoro domestico sembra essere correlata con la provenienza, ovvero in base alla nazionalità cambia anche la tipologia di lavoro domestico. Le badanti sono maggiormente frequenti tra i cittadini della Georgia (82,4%), tra quelli della Bulgaria (73,8%), dell'Ucraina (65,7%) e della Romania (63,0%). Mentre si registra una netta prevalenza di colf per i lavoratori provenienti dal Pakistan (89,4%), dalle Filippine (83,7%) e dal Bangladesh (83,8%). Rispetto al 2021 si registra una contrazione in quasi tutte le nazionalità, l'unica a riportare una crescita (+4,6%) è la Georgia. A diminuire in modo notevole la Romania con meno 14 mila lavoratori (-9,9%), il Marocco (-14,6%) e le cittadinanze asiatiche come Bangladesh (-34,0%) e Pakistan (-27,8%).
Lavoro domestico primo canale di ingresso al lavoro per molti stranieri in Italia
Tutte queste nazionalità sono presenti in Italia in numerosità diverse, basti pensare che i cittadini romeni sono oltre un milione, mentre gli ucraini 225 mila e la comunità filippina conta solo 159 mila persone. Per riuscire a capire quale sia la propensione al lavoro domestico per nazionalità, consideriamo la popolazione in età lavorativa (15-64 anni) suddivisa per cittadinanza. Rapportando lavoratori domestici in base alla provenienza appare evidente che per alcune nazionalità il lavoro domestico è uno dei settori a maggiore occupazione. Oltre la metà dei filippini e degli ucraini sembra trovare impiego nel lavoro domestico, per i Moldavi la percentuale si abbassa al 38%. Solo il 15% dei cittadini provenienti dalla Romania sembra essere impiegata in ambito domestico. Se dovessimo fare un raffronto con i cittadini italiani la percentuale non raggiungerebbe l'1%. Dati che confermano come il lavoro domestico sia un primo canale di ingresso al lavoro per molti stranieri in Italia.
Articolo pubblicato sul Sole 24 Ore in data 24 settembre 2023